Non Tutto Fa Brodo by Marino Niola

Non Tutto Fa Brodo by Marino Niola

autore:Marino Niola [Niola, Marino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anthropology, Cultural, Social Science, Agriculture & Food
ISBN: 9788815238375
Google: 9mqPtgAACAAJ
editore: Il Mulino
pubblicato: 2012-11-14T23:00:00+00:00


La sagra della primavera

Festa di resurrezione ma anche rito di primavera, liturgia del dolore ed esplosione della gioia, abbuffate e scampagnate. L’arrivo della Pasqua ci fa uscire dal gelido inverno e colora di verde le nostre giornate. È il momento in cui la natura si risveglia dentro e fuori di noi. Ecco perché i cibi di Pasqua profumano di vegetazione in fiore. E di vita che torna a scorrere nelle vene del mondo.

Non è un caso allora che sia proprio il cibo l’emblema principale di questa festa. Dalle altezze teologiche del mistero dell’ultima cena alle più terrene leccornie che costituiscono il controcanto gastronomico del ciclo della Settimana Santa.

Uova, grano, germogli, primizie, agnelli, capretti. Un menù che è tutto un simbolo. Se gli agnelli ricordano agli ebrei il sacrificio offerto al dio di Israele prima di abbandonare l’Egitto e liberarsi dalla schiavitù, per i cristiani, invece, l’animale emblema dell’innocenza è il simbolo stesso del figlio di dio che si è sacrificato per salvare gli uomini. Divergenze interpretative che non impediscono però una forte convergenza culinaria che finisce per coinvolgere tutti, credenti e non, in uno straordinario consumo di costolette e cosciotti che per le sue dimensioni costituisce ancora oggi un autentico pasto sacrificale.

Se l’agnello è un must della gastronomia rituale, l’uovo è da sempre l’immancabile icona planetaria della Pasqua. Questo simbolo universale di nascita e rinascita, di rigenerazione e di vita eterna rievoca le antiche rappresentazioni popolari che, sin dal Medioevo, raffiguravano Cristo come un pulcino che esce dal guscio. Ma anche il miracolo cui assiste la Maddalena, quando un uovo bianco come l’avorio diventa rosso scarlatto nelle sue stesse mani. A riprova che Gesù è risorto.

Insomma dall’uovo cosmico a quello di cioccolato, il passo è breve. Trasformando pranzi e scampagnate in abbuffate rituali. A base di pasqualine, focacce, colombe, casatielli, schiacciate, torte di formaggio. Più le uova di cioccolato, di zucchero, di marzapane. Un’autentica liturgia proteica. E glicemica. Che mette fine all’austerità della Quaresima in cui era interdetto il consumo di uova, salumi e altre proteine nobili. In fondo il tripudio pasquale nasceva anche dall’esplosione dei sensi che si prendevano la rivincita sulle privazioni. Tutt’altra cosa rispetto alla nostra civiltà dell’opulenza che ha spalmato l’abbondanza festiva sull’intero calendario. E ha fatto delle diete la nostra quaresima on demand.

Accanto a queste proteine simboliche, che rendono il menù pasquale particolarmente ricco, di calorie quanto di riferimenti biblici, ci sono poi tutte le verdure novelle che annunciano la primavera nel piatto. Fave, piselli, cipolline fresche, asparagi, carciofi, erbe di campo che trasformano il menù festivo in una sorta di offerta primiziale e fanno corona al grano, il grande emblema del dio che si è fatto pane.

E dulcis in fundo, le focacce zuccherate e profumate di fiori d’arancio della tradizione mediterranea, eredi dei rituali primaverili precristiani. Come quelli in onore di Adone, dio dei cereali. Nato da una vergine come Cristo. E come lui morto e risorto a primavera. In suo onore le donne facevano crescere del grano in piccoli vasi tenuti al buio, i cosiddetti giardini di Adone, che venivano posti sulla tomba del dio.



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